Qual è la differenza tra Tormento e Cilicio?

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Differenza tra tormento e cilicio

:
tormento: fitta corporea acuta e prolungata
cilicio: una veste di grossolana fattura, intessuta di peli di capra, ruvida e scomoda, che era in uso ai soldati dell'esercito Romano

tormento

cilicio

Sostantivo

tormento m sing (pl.: tormenti)

  1. fitta corporea acuta e prolungata
  2. (per estensione) persona che infastidisce

Voce verbale

  1. prima persona singolare dell'indicativo presente di tormentare

Sillabazione

tor | mén | to

Pronuncia

IPA: /torˈmento/

Etimologia / Derivazione

dal latino tormentum, derivazione di torquēre ossia "torcere"

Sinonimi

  • (fisico) tortura, supplizio, angheria, martirio, sevizia, dolore, spasmo, strazio, persecuzione, maltrattamenti
  • (di fame, sete, caldo) disturbo, fastidio, seccatura, assillo
  • (familiare) scocciatura
  • (per estensione) (morale, psicologico) sofferenza, pena, patimento, angoscia, cruccia, fastidio, incubo, molestia, ossessione, scocciatura, affanno, afflizione, oppressione, preoccupazione, inquietudine, angustia, cruccio
  • (senso figurato) castigo, disgrazia, croce
  • (di persona) importuno, seccatore
  • (popolare) rompiscatole

Contrari

  • godimento, piacere, sollievo
  • conforto, consolazione, diletto, gioia, letizia, svago

Parole derivate

  • tormentare

Termini correlati

  • spasmo, angoscia

Sostantivo

cilicio ( approfondimento) m sing (pl.: cilici)

  1. una veste di grossolana fattura, intessuta di peli di capra, ruvida e scomoda, che era in uso ai soldati dell'esercito Romano
  2. (per estensione) cinghia uncinata o formata da una corda ruvida costellata di nodi, che viene stretta attorno alla vita o alla coscia in modo da provocare un dolore non estremo ma costante

Sillabazione

ci | lì | cio

Pronuncia

IPA: //ʧiˈliʧo/

Etimologia / Derivazione

deriva dal latino ciliciume dal greco κιλίκιον cioè "della Cilicia", l'odierno Sud della Turchia; . Dai soldati romani il cilicio passò agli anacoreti cristiani, che erano soliti indossarlo sulla nuda pelle per fare penitenza e mortificare la carne. Restò in uso ai penitenti, ad alcuni pellegrini e come strumento di santificazione e purificazione in alcuni ordini o confraternite religiose.