Qual è la differenza tra Arringa e Allocuzione?

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Differenza tra arringa e allocuzione

:
arringa: discorso di carattere ufficiale fatto ad un pubblico più o meno vasto, con l'intento di scaldarne gli animi e di stimolarne l'entusiasmo e la determinazione
allocuzione: discorso pubblico tenuto in genere da un'autorità di fronte a un'adunanza e caratterizzato da un tono solenne; orazione; concione; arringa

arringa

allocuzione

Sostantivo

arringa f (pl.: arringhe)

  1. discorso di carattere ufficiale fatto ad un pubblico più o meno vasto, con l'intento di scaldarne gli animi e di stimolarne l'entusiasmo e la determinazione
  2. (diritto) discorso con cui un tutore legale o un magistrato espongono i propri elementi e argomentazioni durante la fase dibattimentale di un processo giudiziario

Voce verbale

arringa

  1. terza persona singolare dell'indicativo presente di arringare
  2. seconda persona singolare dell'imperativo presente di arringare

Sillabazione

ar | rìn | ga

Pronuncia

IPA: /arˈringa/

Etimologia / Derivazione

derivazione di arringare ( fonte Treccani); dall'italiano medievale aringo (o arringo ) "riunione di cittadini", dal gotico *hriggs, dal protogermanico *ring "assemblea, adunanza in circolo"

Sinonimi

  • discorso, orazione, concione, predica, sermone
  • (ironico) filippica, tirata
  • (in particolare nel processo) perorazione, requisitoria, difesa

Termini correlati

  • arengario, arringare

Varianti

  • (antico) aringa

Sostantivo


allocuzione ( approfondimento) f (pl.: allocuzioni)

  1. discorso pubblico tenuto in genere da un'autorità di fronte a un'adunanza e caratterizzato da un tono solenne; orazione; concione; arringa
  2. (raro) discorso privato che per enfasi, ispirazione e capacità di persuasione sembrerebbe concepito per una più vasta udienza; anche in senso ironico
  3. (disusato) (ecclesiastico) discorso in cui il Papa, alla presenza dei cardinali riuniti in concistoro, si pronuncia su questioni dottrinali o di disciplina
  4. (linguistica) in sociolinguistica, le manifestazioni dei diversi ruoli sociali e del livello di distanza o prossimità affettiva all'interno della comunicazione tra allocutore (parlante) e allocutario (interlocutore) così come esse emergono, in particolare, dal complesso delle espressioni e delle forme (allocutivi) con cui il primo denota il secondo e che utilizza nell'ambito di strategie verbali di relazione ( stile formale o confidenziale, pronomi di cortesia, ecc.)

Sillabazione

al | lo | cu | zió | ne

Termini correlati

  • allocutorio